04 ottobre 2008

in visione

questi primi giorni d'autunno mi hanno regalato le immancabili serate cinematografiche




siamo nella Bologna degli anni 40,sceneggiata come una cartolina in bianco e nero,alle porte del fascismo,della guerra,dei bombardamenti.
Silvio Orlando,interpreta il professore di disegno Michele Castali che insegna al liceo frequentato da sua figlia Giovanna.
Giovanna è una 17enne,fuori dagli schemi,strana,incorniciata nella sua brutezza si nasconde spesso nella solitudine tanto che Michele pur di darle un imput chiede ad un suo allievo di corteggiare sua figlia in cambio di una promozione scolastica.
Tale accordo si rivelerà la fatale spinta di un omicidio infatti Giovanna scoprirà che la sua migliore amica aveva rapporti sessuali con questo ragazzo e la ucciderà dentro la palestra della scuola.
Un quadro psicologico di possesssività maniacale,pazzia,illusione...da li il carcere e poi il manicomio.
Pupi Avati ci regala un film coinvolgente,di lucida follia,fatta da interpretazioni struggenti e di sublime isteria.






All'apparenza una felice e tranquilla famiglia del Midwest compasta dal capofamiglia Charles,professore universitario,la moglie Lisa e due figli:il maschio Michael scrittore di romanzi e Ryne studentessa di legge.Tutto sembra perfetto,ma la casualità aprirà il coperchio che copriva questa fantomina infatti Lisa muore in un incidente stradale.Iniziano i ricordi,un padre severo,maltrattamenti,vecchi rancori e un odio che uccide dentro.Come diceva Kafka

"I genitori che si aspettano gratitudine dai figli

sono come usurai: rischiano volentieri il capitale pur di incassare gli interessi"

Nessun commento: