13 febbraio 2007

occhi chiusi




Fiocchi leggeri e candidi cadevano lentamente sul suo viso

gli occhi ad assaporare quel gelido incanto

ed un naso infreddolito che giocava con il bordo della sciarpa

Una sciarpa così colorata da regalar luce a quelle ferite nascoste,

ma così dolorose

tanto da essere imprigionate infondo al cuore

Un albero intirizzito si lasciava ammantare da quel mattino bianco

e i suoi rami sembravano così forti da poter fermare anche il grido del vento.

..sibilante urlo di aiuto di un cielo bisognoso di libertà...

Lei rimaneva immobile,persa in quella speranza vissuta ciecamente

i capelli annaspavano a cercare ossigeno

bagnati cadevano ad accarezzarle le gote

timidamente rosee seppur imbellettate di colore

Suduta su quella panchina di legno

nessuno sapeva cosa aspettasse

un gesto

un segno fortuito del destino

un segnale dell'attimo fuggente

...o che in quel preciso momento

lei e soltanto lei

decidesse la sorte del suo domani.

Si chinò lentamente ad accarezzare per l'ultima volta il suo amico fedele

l'accompagnatore di mille giornate stava puntuale ad aspettare ogni suo gesto

era l'ombra che viveva anche nell'oscurità

non aveva bisogno ne di luce ne di bagliori

lui ci sarebbe stato sempre e comunque...

Sganciò il guinzaglio e lo lasciò andare..

là dove..lui fosse voluto andare...

appoggiò il bastone bianco sullo schienale della panchina

e si alzò

Le sue gambe tremanti assaporavano quel fatidico equilibrio

le mani potevano finalmente scaldarsi dentro le tasche del cappotto

..ed incominciò quel lento,ma interminabile inizio.

Non sempre alla nascita c'è un inizio

non sempre dal primo vagito la tua vita incomincia

c'è sempre bisogno di un qualcosa che dia il via

che faccia della tua vita una vita da vivere fino in fondo.

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