Fiocchi leggeri e candidi cadevano lentamente sul suo viso
gli occhi ad assaporare quel gelido incanto
ed un naso infreddolito che giocava con il bordo della sciarpa
Una sciarpa così colorata da regalar luce a quelle ferite nascoste,
ma così dolorose
tanto da essere imprigionate infondo al cuore
Un albero intirizzito si lasciava ammantare da quel mattino bianco
e i suoi rami sembravano così forti da poter fermare anche il grido del vento.
..sibilante urlo di aiuto di un cielo bisognoso di libertà...
Lei rimaneva immobile,persa in quella speranza vissuta ciecamente
i capelli annaspavano a cercare ossigeno
bagnati cadevano ad accarezzarle le gote
timidamente rosee seppur imbellettate di colore
Suduta su quella panchina di legno
nessuno sapeva cosa aspettasse
un gesto
un segno fortuito del destino
un segnale dell'attimo fuggente
...o che in quel preciso momento
lei e soltanto lei
decidesse la sorte del suo domani.
Si chinò lentamente ad accarezzare per l'ultima volta il suo amico fedele
l'accompagnatore di mille giornate stava puntuale ad aspettare ogni suo gesto
era l'ombra che viveva anche nell'oscurità
non aveva bisogno ne di luce ne di bagliori
lui ci sarebbe stato sempre e comunque...
Sganciò il guinzaglio e lo lasciò andare..
là dove..lui fosse voluto andare...
appoggiò il bastone bianco sullo schienale della panchina
e si alzò
Le sue gambe tremanti assaporavano quel fatidico equilibrio
le mani potevano finalmente scaldarsi dentro le tasche del cappotto
..ed incominciò quel lento,ma interminabile inizio.
Non sempre alla nascita c'è un inizio
non sempre dal primo vagito la tua vita incomincia
c'è sempre bisogno di un qualcosa che dia il via
che faccia della tua vita una vita da vivere fino in fondo.
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