18 settembre 2006
omaggio ad Oriana Fallaci...colei che ha scritto Lettera ad un bambino mai nato;il mio libro preferito
"Oggi ho avuto una buona sorpresa. E' suonato il campanello, ed era il postino con un pacchetto spedito via aerea. Lo mandava mia madre insieme a una lettera firmata da lei e mio padre. Li avevo informati su te, giorni fa. M'era sembrato un dovere. E ogni giorno aspettavo la loro risposta, con angoscia, rabbrividendo al pensiero delle cose dure o addolorate che forse m'avrebbero scritto. Sono due persone all'antica, sai. Invece questa lettera dice che, pur sentendosi disorientati e colpiti, si rallegrano e ti danno il benvenuto. «Ormai noi siamo due alberi secchi, non abbiamo piu nulla da insegnarti. Ormai sei tu che hai qualcosa da insegnare a noi. E, se hai deciso cosi, vuol dire che e giusto cosi'.» Dopo la lettera ho aperto il pacchetto. Conteneva una scatolina di plastica, e dentro c'erano due scarpine. Piccole piccole, lievi lievi... Le tue prime scarpe. Mi stanno sulla palma della mano, non la coprono nemmeno tutta. E mi si chiude la gola a toccarle. Mi si scioglie il cuore. Ti piacera' la mia mamma. Ti piacera' perché pensa che senza i bambini il mondo finirebbe. Ti piacera' perché e grossa e morbida, con una pancia grossa e morbida per sedertici sopra, due braccia grosse e morbide per proteggerti, e una risata che e un concerto di campanelli. Non ho mai capito come faccia a ridere in quel modo: ma penso che sia perché ha pianto molto. Solo chi ha pianto molto puo apprezzare la vita nelle sue bellezze, e ridere bene. Piangere e facile, ridere e difficile. Imparerai subito questa verita. Il tuo incontro col mondo sara un pianto disperato, nei primi tempi riuscirai a piangere e basta. Tutto ti fara piangere: la luce, la fame, il sonno... Passeranno settimane, mesi, prima che la tua bocca si schiuda a un sorriso, prima che la tua gola gorgogli una risata. Ma non dovrai scoraggiarti. E quando il sorriso verra', quando la risata verra' dovrai regalarla a me: per dimostrarmi che ho fatto bene a non servirmi della biologia tecnologica, a non trasferirti al ventre di una madre piu buona e piu paziente di me."
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