26 luglio 2006

SORRISO DI NUTELLA


"C'è chi aspetta la pioggia per non piangere da sola" è stato sempre il suo motto.
Nascondeva le sue fragilità davanti ad un mondo così apperentemente forte per sembrare parte di esso,ma si ritrovava perennemente nella sua casa nel procinto di frantumarsi come un bicchiere di cristallo.
Seduta dietro la scrivania,sulla poltrona di pelle nera con addosso un tailleur che evidenziava il suo fisico compiaciuto e compiacente osservava dietro il vetro il mondo che correva...e correva così forte che i suoi occhi non arrivavano mai a vedere il traguardo di quella corsa.
Lei pubblicitaria di gran successo in una famosa società internazionale sapeva vendere con la sola immagine qualsiasi prodotto le fosse affidato,ma di lei non sapeva fare neanche il promo,non sapeva vendersi al miglior offerente,non sapeva valutarsi per quello che valeva,ma sapeva benissimo degradarsi per non creare inutili aspettative che in cuor suo credeva di non poter mai realizzare.
Le sue giornate passavano in un'ora...ora pesavano come secoli nei suoi occhi arrossati da lacrime regalate al buio....
Si accese una sigaretta proprio sotto il cartello VIETATO FUMARE e con lo sgurdo fisso in un punto non ben precisato incominciò a sorridere..
..un sorriso di sogni passati,di immagini trascurate nella soffitta delle memorie che cercano di non impolverarsi,di restare vive come fotografie appena scattate.
Rivedeva la prima ecografia fatta,quando terrorizzata stringeva le lenzuola del lettino su cui era sdraiata aspettanto che quella sonda appoggiata sulla sua pancia rilevasse "tutto va bene"
...aspettava di sentire quel piccolo cuoricino battere rintocchi di vita,
un cuore che cercava di non rimanere ferito,
un piccolo cuore smarrito che cerca di volare tra mesi di reclusione in una gabbia d'oro..ma sempre una gabbia era,che lo difendeva si da una luce troppo abbagliante,da un vento nemico delle gracilità e da un mondo eternamente in guerra...ma allo stesso tempo lo allontanava da quell'amore inaspettatamente bello che nasceva in lei.
Rivedeva quelle manine microscopiche chiuse in un pugno di forza apparente,ricordava la sua posiziona raggomitolata così tenera da donare una pace interiore per giorni e giorni...ricordava quella testolina forse già piena di sogni da sostenere per farla rafforzare nel tempo..ricordava quei piedini vogliosi di fare i loro primi passi...ed aprendo il primo cassetto della scrivania rilesse quella canzone ricopiata frettolosamente in un foglio di carta stropicciato..

"Ancora non è tempo, stento a credere che arriverà il momento in cui ti stringerò al mio seno, tu dormirai sereno, io ti starò addosso più che posso perlomeno, ma so che verrà il giorno in cui ti toccherà il veleno.
Sarà un momento critico, mamma non avrà l'antidoto, avrà i pensieri ingarbugliati come un gatto in un gomitolo.
Piccolo, bisogna stare forti, ricorda che ti ho dato gli anticorpi.
Segui la tua strada e paga se c'è da pagare, tanto verrà il giorno del ritorno e allora fatti rimborsare, la porta è stretta e spesso puoi trovarla chiusa, in caso aspetta, ma sappi già che sono in pochi a chiedere scusa, usa tutto quello che ti è dato, non è detto che ritorni, vivi tutti i giorni. Di' le tue preghiere, tutto può accadere, non ti preoccupare, sarò sempre nei dintorni.

Sorriso di nutella, nella cartella ti ho messo pane e coraggio, il giusto dosaggio,
è solo un assaggio di quello che la forza può, te lo do per quando la paura ti terrà in ostaggio. Angelo, il peggio è sempre dietro l'angolo, non farti prendere dal panico. Tieni su quel muso, la testa alta anche se deluso, confuso e resta in gara anche se ti senti escluso.
Gli amici veri sono pochi, con gli altri poi magari giochi, ma nel momento del bisogno, si fa la conta, e se resti fuori a nessuno gliene importa. E anche lì, trascorsa una domenica c'è un lunedì, non c'è poi tanto tempo per far festa, Natale in tutto l'anno c'è una volta e basta.
Quindi è meglio saperlo da prima, così si è pronti.

Come una leonessa difenderò il mio branco, chiamerò il silenzio se sei stanco,
mio è il sangue, rido se tu ridi, lacrime se il mio bambino piange, per te la verità, così com'è, nessun mistero, non esiste l'uomo nero, chiunque fuori casa è uno straniero.
Non ti sgriderò quando ti sporchi, ricordati dei sogni tienili nei pugni, siedi sugli scogli e parla con le onde a volte capita che il cielo ti risponde.
Il brutto è che i grandi sbagliano e che tutto ha un limite."

Passò la mano tra i capelli come a voler dare un colpo di spugna ed il sorriso si trasformò in pianto,un pianto di rabbia,di delusione,di sospiri mancati,di apnee di "avrei pututo,ma.."

...Si avrei potuto portarti nelle giornate estive a giocare nei giardini della città e mostrati a tutti come una medaglia in petto.avrei potuto farti colpire il primo pallone e farti assaggiare lo zucchero filato facendoti impastrocchiare il vestito profumato di ammorbidente,avrei potuto coccolarti in quel letto matrimoniale troppo grande anche per noi due,avrei potuto ricamare il tuo nome nei bavaglini sporcati dai tuoi capricci,avrei potuto farti vedere l'immensità del mare ed accompagnarti alla riva per toglierti la paura di rimanere solo,avrei potuto ridere per un tuo pianto e piangere per una tua risata,avrei potuto prenderti in spalla e farti toccare il cielo con un dito,avrei potuto...ma non ci sei più,un bisturi e altri pochi ferri arrugginiti ti hanno portato via,via dal mondo,via dalla vita,via da me.
Sofferenza fetale...così dicono...ma quando hanno rimosso il feto..perchè hanno lasciato dentro di me la sofferenza?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Me lo devi giurare che prima o poi vedremo queste tue parole pubblicate nelle migliori librerie del mondo... e io sarò sempre appiccicata a te a coltivarti i fan!!! Ti voglio bene ammmmore!!!