18 maggio 2006

"DIETROFRONT" ...uno dei primi racconti scritti...


Basta una canzone malinconica che attraversi le casse dello stereo per far si che le lancette del cuore tornino indetro così rapidamente da far scorrere come un film tutta la tua vita.
Ti trovi nella soffitta delle memorie a togliere polvere ai ricordi,a rianimare i pensieri soffocati ed aprie i cassetti per far uscire i mille sogni rinchiusi.
Non so come,ho nelle mani una fotografia ancora intatta nei colori e nelle sfumature e forse,una leggera utopia nell'aria,m'immerge di nuovo in quegli odori.
L'odore dell'erba nelle prime ore mattutine,il sapore del prosciutto rinchiuso in due fette di pane casareccio mi ricordano i pic-nic con mia nonna...e ora come ora rivorrei quelle mosche fastidiose che rompevano il silenzio della campagna e che tanto odiavamo.
Correre divertita in mezzo a quel verde in modo squilibrato ed in preda ad una positiva incoscienza per cadere poi rovinosamente.
Vi siete mai domandati perchè quando i bambini cadono la maggior parte delle volte ridono?
Sanno che ci sarà sempre qualcuno pronto a raccoglierlo;poi si diventa grandi e cresce in ognuno di noi la paura di cadere e di ricominciare.
Così mi guardo intorno:il mio piccolo appartamento con cucina,camere e sala nella stessa stanza è la mia più grande conquista.
C'è chi dice che sono un'incosciente a pagare 500 euro per un buco,ma io con quei soldi conquisto ogni mese la mia libertà.
Ero intrappolata nell'amore della mia famiglia..lo so...lo so che mi devo considerare fortunata ad avere dei genitori,ma mi sentivo soffocare e uscendo da quella porta ho giurato a me stessa che un giorno avrei trattato i miei figli come persone formate da anima e corpo e non come proprietà privata.
Ad un tratto i miei occhi sono colmi di lacrime,credevo di aver superato tutto questo,ma il mio pensiero vola ai quei finti natali con lunghe tavolate di parenti con i soliti regali sinonimo di quanto non mi conoscessero..e pensare che io chiedevo soltanto di addobbare l'albero.
Avrei regalato il mio album di figurine di Kiss me licia per vedere mio padre prendermi in braccio in modo da farmi mettere la stella cometa nella cima a me così tanto irrangiungibile.
Per più di 25 anni sono cresciuta ignara di cosa fosse l'amore,credevo che "amore" fosse sinonimo di soffrire e così inconsciamente o forse no ho incominciato ad allontanare tutti.
Mi sentivo forte,non davo mai sicurezze a chi mi stava vicino,non telefonavo,non mi interessavo di loro,volevo essere diversa e soltanto ora ho capito che nella mia anormalità diventavo banale.
Vedevo che il mondo cambiava mentre io rimanevo la stessa.
All'inizio era quasi divertente:le altre persone rimanevano affascinate dal mio modo di fare,mi trattavano come quei bicchieri di cristallo esposti con la scritta"SI PREGA DI NON TOCCARE".
Ormai però ero diventata un labirinto con il percorso già segnato,sapevano le mie mosse e i miei atteggiamenti ancor prima che io li facessi ed il principio di ogni cosa coincideva con la fine.
Circondata da facili amici che stavano li non per amore,ma per timore.
Timore che la montagna si trasformasse in un fuoco di paglia.
Agli Oscar avrei sicuramente vinto il premio come MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA della mia vita!
Ed ora sono qui,avvolta da ueste quattro mura,una casa ancora priva di mobili,con un solo materasso sgangherato gettato a terra,ma un bellissimo albero di Natale,pieno di palline e luci colorate,troneggia in mezzo alla stanza in questa afosa giornata di agosto.
Sarò pazza,ma cerco di riconquistare il mio passato..ci vorrà tempo..tempo soprattutto per riconquistare fiducia.

...
Penso a Ma tteo.l'ho trattato malissimo.che stupida...
Perchè non mi riesco a fidare?
Perchè non riesco a dire ti amo senza avere paura di un rifiuto?
Mi alzo dal letto forse per sfuggire ai pensieri.
La mia vita è un continuo fuggire,sono sempre alla fermata delle partenze,ma con lui è diverso.
Sento che c'è un legame speciale più lo allontano più lo cerco.
Vorrei dirglielo..vorrei...vorrei,ma poi lo tratto come il più infimo dei nemici.
Matteo è un ombra che mi segue con costanza,ha deciso di conoscermi nonostante la mia diffidenza e soprattutto nonostante tutto ciò che si dice su di me.
E' l'unica persoma che ascolta i miei silenzi,che mi sta accanto quando ne ho bisogno e si allontana quando ho voglia di stare sola.
Mi ha dato tanto in questi mesi ed io cos'ho fatto?
L'ho coinvolto nella mia lunaticità e l'ho odiato quando mi mostrava come realmente ero,quando mi criticava il mio modo di vivere e mi metteva in guardia su i miei amici.
Due passi avanti e cinque passi indietro...però lui era sempre li,pronto a dirmi ti voglio bene...ma sentivo che non avrebbe resistito per molto.
Ogni volta che lo mettevo alla prova mi mandava una rosa gialla con un biglietto
"ucciderò il tuo cuore,arido come la luna tormentata dalle nuvole e insidierò in te un desiderio doloroso e sensuale che si chiama amore.Un desiderio che ti porterà tra le mie braccia.La tua bocca non parla,ma i tuoi occhi rimangono impressi come impronte di gabbiani sulla spiaggia"
Sapeva che avrei riflettuto,sapeva che i miei lunghi silenzi nascondevano un'attrazione soffocata.
...mi attraversa una sensazione su tutto il corpo.
Mi succede spesso in questi mesi ed ho paura.
Paura come un condannato un minuto prima della pena di morte con solo lo 0,1 % di sopravvivenza:aspetto la fucilazione o salto la barricata ed entro in un mondo sconosciuto?
La risposta sembrerebbe facile,ma da quando sono nata ho cercato di riempire le mie giornate con mille cose per non rimanere con la mia solitudine.Poi arriva la notte,è il momento più brutto perchè il cielo ti avvolge nel suo manto nero,il respiro si interrompe da mille angosce e rimango lì,inerte,attonita ad aspettare che venga domani.
E domani è sempre uguale a ieri.
...
Alzo la cornetta del telefono,compongo il numero lentamente sperando che succeda qualcosa che interrompa questa mia follia,ma..
"pronto?"
"ciao mat,come va?"
La sua voce mi rendeva tranquilla e per la prima volta in vita mia parlavo senza catene al cuore.
Mi sono ritrovata a parlare di me,di cosa voglio,dei miei pensieri e di come il mio futuro sarebbe cambiato con quella telefonata.
Quando leggevo la Bibbia mi domandavo sempre cosa volesse dire Dio ad Abramo quando gli chiedeva "dove sei?"
Sembra una domanda troppo banale per un essere così onniscente,invece nasconde un cammino che va verso te stesso.
Non c'è una via unica,occorre scegliere la propria e scegliere significa anche rinunciare.
Per tutti questi anni avevo intrapreso una strada sbagliata,ora ho ritrovato i miei desideri e spero di arrivare ad armonizzare il mio io con il mio essere.
Da quel giorno abbiamo passato molto più tempo insieme,sto cercando di convivere con la mia fragilità eliminando tutti i SE dai miei pensieri.
Mi ricordo il primo giorno che siamo usciti:portavo con me frammenti della mia armatura che ormai con il tempo erano diventati una seconda pelle,ma è bastato che la sua mano passasse come un soffio di vento nei miei capelli da farmi sentire nuda.
Seduti l'uno dietro l'altra stettimo ad ascoltare il rumore del mare per delle ore riversando in quelle onde un milione di parole.
Con un bastoncino di legno scrisse sulla sabbia bagnata dalla notte

NON SO NIENTE
NON SARO' MAI NIENTE
NON POSSO VOLERE D'ESSERE NIENTE
A PARTE QUESTO
HO IN ME TUTTI I SOGNI DEL MONDO

Sento che "quel niente" sta diventando molto per me,sento combattere dentro di me i principi religiosi che mi hanno accompagnata in questi anni e i miei istinti di donna.
Cosè giusto e cosè sbagliato.
Sono intrappolata nella rete che separa il vorrei dal voglio e mi sento sporca.
Sporca nei sogni,sporca nei pensieri e nello sguardo,ma poi penso che non ci dovrebbe essere cosa più bella nel fondere due corpi che si amano e alla fine rimango con la mia confusione.
Perchè Dio vuole tutto questo quando poi ci ha creato lui con queste tentazioni?!
....
E' arrivato il giorno.il giorno in cui non mi sono fermata allo stop,il giorno in cui ho mangiato la mela.
Le sue mani calde scivolarono curiose sul mio seno,sentì le sue labbra e la sua lingua sul ventre ed un brivido mi attraversò il corpo.
Impercettibili sfumature di piacere che prima di allora erano soltanto spezzoni di film rubati furtivamente con falso disdegno stavano diventando realtà.
Tremavo dentro di lui come una gatta impaurita,ma il pianto dell'anima ad un tratto si trasformò in un sorriso del cuore...e non ebbi più nessun dubbio.
Volevo conoscere me stessa,cosa mi eccitava,quale parte del mio corpo era più erogena e volevo conoscere anche lui nel suo amore fisico e psichico.
In quale parte del letto dormiva?
Come mi avrebbe coccolata dopo la mia prima volta?
Ebbi tutte le risposte;volevo ritornare come ogni assassino nel luogo del delitto per rivivere quell'apoteosi di emozioni.
Mi sono conosciuta come una donna gelosa.
Sono la nuvola che lo copre per evitare che le altre si accorgano di quanto brilli questa stella.
Quando giocherella con i miei capelli,quando il suo sorriso è come un biglietto d'invito,quando mi bacia così dolcemente da sembrar sospendere temporaneamente la legge di gravità...il mio cuore si terrorizza.
Terrorizzata di perdere l'unico punto fermo della mia inutile vita.
Tenergli la mano,mi piace intrecciare le sue dita con le mie,cerco la sua mano nel letto,sdraiati sul divano a guardare la televisione,forse ho paura che se ne vada come ogni cosa a cui ho tenuto.
So di avrgli dato una grande responsabilità,donargli un cuore ancora acerbo..lo capisco quando mi guarda
Occhi persi in mille attenzioni,occhi che mi gridano NON TI LASCERO' MAI occhi stanchi di essere vigili dei miei umori,ma felici di esserci.
Sento che il tempo mi sorpassa,nemica dei secondi che passano ridipingendo il cielo ladri di giorni che vorrei fossero senza fine.
....
Quando cammino per le strade del mio paese mi sento osservata,sono l'ultimo pettegolezzo che si aggira tra le bocche davanti la chiesa:mi guardano come se fossi la reincarnazione del peccato.
Domenica sono andata a messa e per la prima volta mi sentivo fuori luogo,mi sembrava di stare intrappolata nel caos dell'egoismo e vedevo cose che prima di allora non avevo visto o non avevo voluto vedere.
Donne pie che sembravano le perle malate di questa società,ingioiellate fuori,ma povere dentro,ragazzi inginocchiati a chiedere perdono per chi sà quali frivoli pensieri e uomini incravattati di perbenismo a guardare sotto le gonne.
Però LUI era sempre li:non ho perso la fede,ma ho fatto solo si che il mio credo fosse una scelta e non il riassunto di un Vangelo imparato a memoria.
L'ho osservato nel dolore scolpito su quella croce e ho incominciato a parlargli
"Signore,non so se mi reputi degna di stare nella tua casa,ma sono qui con i cuore in una mano e la ragione nell'altra.Mi hai accompagnata per tutti questi anni nel bene e nel male ed è ora che io riprenda la mia vita,che faccia le mie scelte,che riviva l'adolescenza rubata.
Non ho niente da spartire con i ragazzi della mia età e solo oggi me ne accorgo,solo oggi ne sento il peso.
Qundo mi guardo allo specchio vedo la felicità nascere sulle mie labbra,non sono più la brutta copia del "il ritratto di Dorian Gray",ma sono la piccola fiammiferaia che ha usato i suoi fiammiferi non per scaldarsi,ma per guardarsi dentro.Ed ho visto Matteo..non l'ho lasciato scappare per paura che diventasse la cosa più bella mai successa.
Se la parola sesso e Dio non possono stare insieme nella mia stessa anima,farò a meno di te perchè i tuoi giudizi calpestano i miei sentimenti e cercano di gettare un velo di pudore sulle mie azioni.Dovresti essere un amico che da consigli senza imporli,che entra nel cuore in punta di piedi senza nulla in cambio.
Di amici come te ne ho molti,ne è pieno questo paese ed io armai NON C'ENTRO PIù NIENTE.
Non odiarmi per quello che sono,ma amami per quello che non sono"
...
Uscita di li ho deciso che dovevo trovare un luogo dove i sogni non hanno limiti,dove potermi confondere con altre persone,dove si mescolano le diversità con le uguaglianze,le verità con le falsità...il mondo semplicemente.
Sembrerebbe chissà dove,ma mi sono spostata per solo 200 km,in città,dove le ore non sono ricordate dal tocco delle campane e i bar non sono visti come luoghi di perdizione.
E' difficile,lo ammetto,ma sono intenzionata a non mollare:
per la mia felicità questo ed altro.




1 commento:

Anonimo ha detto...

jim morrison diceva la mia vita inizia con un divieto...vietato vietare...Grazie a questi divieti si fanno le scelte + belle ed importanti della nostra vita e questo racconto ne è la prova.bellissimo