24 giugno 2014

silenzi e silenzi

Comunque é vera la storia che negli aeroporti si vedono più baci veri che in chiesa...non serve un Dio a cui credere o un pubblico ben vestito a suggellare con un applauso un momento.
A volte basta un attimo,un preciso attimo in cui sai quello che vuoi e chi vuoi essere...ed in quei saluti,furtivi ed intensi,non servono parole in più.
Ed allora ripenso ad un discorso che facevo giorni fa con una mia amica:i silenzi.
Parlavamo di quei silenzi che si creano in alcune cene con alcune persone...ed allora capisco che in questi discorsi si cammina sul bordo del burrone.
I silenzi sono difficili...difficili da vivere,da interpretare,da interrompere,da proseguire,da cogliere,d'ascoltare.
È vero,ci sono silenzi e silenzi.
Però penso che le persone giuste sono quelle con cui riesci a stare anche in silenzio senza dover per forza proferir parola.
Quei silenzi che dicono tutto ancor prima che tu apra bocca,quei silenzi che riempiono la stanza di fantasia e spregiudicatezza,silenzi leggeri che ti indicano la via di nuove emozioni.
Il silenzio richiede coraggio ed è forse per questo che molte volte ne abbiamo paura.
Non è una colpa,un difetto,un'incrinatura dell'anima...è solo un passo in più per delle gambe troppo stanche.
Scrivo queste psicologie da quattro soldi sul mio iphone mentre l'aeroporto si popola di addii ed arrivi,la felicità di alcuni si scontra con le lacrime di altri,ma la vita è questo;un'inesorabile presa per il culo.
Allora io metterei in stereofonia una musica leggera,una di quelle che ti fanno alzare il naso all'insù,che per un attimo,un solo attimo,ti strappano un briciolo di tempo alla tua corsa...una musica che ricorderai,che ti rimarrà in testa e forse quell'addio o quel ritorno trasformerà quel pugno allo stomaco in un sorriso appena accennato.
Lo so,io sono una che pensa che le emozioni vanno vissute fino in fondo,che sia gioia o dolore...fino in fondo perché i rapporti li vivo in maniera totale e questo significa andarmene in giro con lividi e carezze.
Poi voi cosa ne pensate della leggenda che dice che la prima cosa che si dimentica di una persona è la voce?
...la trovo di una tristezza disarmante.
Io le voci me le ricordo,indelebili e ridondanti.
Ricordo la loro flessione,gli accenti,la forma instabile,la naturalezza che le conferisce la notte o la forza che assume sotto il sole...io le voci me le ricordo perché sono il primo libro che leggo di una persona.
Ed allora prendete le vostre valige,cucitevi addosso ricordi e memorie,salutate trattenendo gli occhi,ma non dimenticate.
Le dimenticanze lasciatele ad un Dio troppo impegnato,lasciatele ai compleanni segnati sul calendario,agli accendini persi nelle borse...ma voi non dimenticate.
Buona giornata Mondo...sperando che ci siano tanti silenzi ancora da poter respirare.


Vi lascio con questa canzone che ho cantato a squarciagola senza un senso e che anche una persona del blog doveva cantare per tirarsi un pò su.
Perchè al contrario di quello che si pensa...bisogna esorcizzare il dolore e meglio di questa canzone tappetino cosa c'è?!

2 commenti:

s. ha detto...

tu...amore qua..amore la..e poi non so come ti becchi sempre quelli più interessanti! Non usciamo più con te!

Anonimo ha detto...

TI POSSO DIRE UNA COSA? TU CON STA CANZONE NON C'ENTRI UN CAZZO MA SENTIRTELA CANTARE E' UNO SPASSO ahahahahahhaa
Adoro la tua ironia e la tua dolcezza,sei disarmante e sentirti parlare mi riempie sempre di tante emozioni