...nun te guarda in faccia

Aldo Fabrizzi scrisse questo sonetto:

"Mi’ padre me diceva: fa’ attenzione

a chi chiacchiera troppo; a chi promette;

a chi, dop’èsse entrato, fa: “permette?”;

a chi aribbarta spesso l’opignone.

E a quello co la testa da cojone,

che nu’ la cambia mai; a chi scommette;

a chi le mano nu’ le strigne strette;

a quello che pìa ar volo ‘gni occasione …

… pe dì de sì e offrisse come amico;

a chi te dice sempre: “so’ d’accordo”;

a chi s’atteggia com’er più ber fico.

A chi parla e se move sottotraccia;

ma soprattutto a quello, er più balordo,

che, quanno parla, nun te guarda in faccia."

...e a distanza di anni,queste parole in dialetto romano,sembrano sempre più vere.

Sarà per questo che amo i difetti.

Amo le persone che non si sentono migliori di altri,che sono felici anche di un secondo posto,che non fanno sgambetti pur di vincere,che non si credono santi e perfetti,che non puntano il dito,che ascoltano dopo aver parlato,che non hanno la puzza sotto il naso...amo i folli,i sognatori,chi ama donare senza nulla in cambio,chi raccoglie lo zucchero sul fondo del caffè,chi mangia la pizza con le mani,chi crede ancora alla fortuna di trovare una coccinella,chi sa dare la buonanotte,chi non giudica,chi sa vedere oltre il nulla ed ascoltare oltre il silenzio.

Ma soprattutto preferisco chi le cose te le dice in faccia,perché a parlare con il culo sono buoni tutti.