18 marzo 2010

mi viene così


Lorenzo aveva sogni bagnati di lacrime,un paio di jeans strappati dalla moda e una maglietta sporca di grasso che sapeva di ristorante cinese perchè con i pochi soldi che raccimolava lavando le auto aveva preso in affitto una camera sopra il "Shangay".


...ma soprattutto Lorenzo per un attimo aveva mancato l'amore...


perchè l'amore non bussa alla porta annunciandosi alla soglia del tuo cuore,non fa rumore prima di attraversare la mente,si maschera sottoforma di altri sentimenti e non sa aspettare che qualcuno si accorga di lui...


Non credeva nel "per sempre",di giorno si nascondeva dentro le auto di sconosciuti che gli affidavano le chiave e di notte aveva la testa immersa nei suoi fogli bianchi impressi con la voglia di diventare regista dei suoi pensieri...a volte restava davanti alle rotaie aspettando che arrivasse un treno e quando sfrecciava davanti alla sua faccia urlava come uno sforzennato...urlava tutta la sua voglia di vivere e di arrivare...urlava contro tutti quei treni che aveva perso e contro quella partenza che non arrivava mai.


per lui l'amore era intrinseco in tutti quei romanzi letti e riletti nelle notti solitarie e si sentiva romeo che aspettava che la sua giulietta si affacciasse da quel balcone,si rivedeva in Rhett e in quel via col vento che lo teneva sempre con il fiato in gola fino all'ultima frase "E troverò un modo per riconquistarlo. Dopotutto, domani è un altro giorno" oppure canticchiava il tema di Lara con il colbacco in testa e il cappotto allacciato in vita...Lorenzo seppur conoscesse le mille parole scritte su quest'idilio non l'aveva mai vissuto...sapete è come il calzolaio che va in giro con le scarpe rotte...quando hai sotto il naso la stessa cosa da anni dopo un pò non sai riconoscere la realtà dal sogno,non percepisci la differenza dal vivere al vissuto.


Lorenzo camminava con il naso all'insù perchè il cielo era il suo unico amico e vedeva nelle nuvole tutti i mostri che fin da bambino lo angosciavano..e il cielo li tratteneva a se...che amico migliore c'è di uno che sconfigge le tue paure?!


nuvole nere che gli ricordavano il buio dentro lo stanzino delle scope dove si nascondeva quando il padre lo cercava con la cinghia tra le mani,nuvole grige che assomigliavano al cane del vicino sempre con il ringhio tra i denti e la bava sul muso e nuvole bianche che celavano il volto di sua nonna rubata alla vita da troppo,troppo tempo.


e in un giorno di cielo ventoso mentre si recava a casa sorrise alla figlia del proprietario del shangay di cui non conosceva neanche il nome...la vedeva sempre con i capelli raccolti da bastoncini di legno e nelle orecchie le cuffiette di un mp3...aprì la cassetta della posta prese tutte le buste e salì le scale che lo portavano al suo loculo(così lo definiva).

si gettò sul letto,sempre con il nasò all'insù e incominciò a smistare la posta...bollette da pagare...editori che rimandavano in dietro i suoi manoscritti...pubblicità varie...e una piccola busta color ocra mezza stropicciata in cui c'era scritto..


"potrei spaziare,dire cose fuore dal comune,fingere di essere qualcuno che non sarò mai.

e recitare la mia parte consensiente a tutto..sarebbe molto più facile.

potrei allentare le mie corde e farmi piccola,rimanerti in una tasca come sigarette.mimetizzarmi per la strada tra la gente..sarebbe molto più facile.

è così che mi va d'imparare a sognare,è così che mi sento e continuo ad andare a mio modo,inciampare e cadere dal cielo e trovare l'istinto di ricominciare.

è così che so amare come un mare in tempesta è così che mi manchi anche se ho detto basta...

questa vita che corre mi insegna a volare,questa vita che sfugge e che sa fare male..è così...forse normale o forse...mi viene così.

potrei lasciarti le risposte scritte sulla sabbia e cancellare come un onda le tue insicurezze,tornare indietro d'improvviso sulle mie decisioni..sarebbe molto più facile.

è così che mi va d'imparare a sognare,è così che mi sento e continuo ad andare a mio modo,inciampare e cadere dal cielo e trovare l'istinto di ricominciare.
è così che so amare come un mare in tempesta è così che mi manchi anche se ho detto basta...
questa vita che corre mi insegna a volare,questa vita che sfugge e che sa fare male..è così...forse normale o forse...mi viene così.

non dirmi cosa è normale..tanto mi viene così..."

appoggiò la lettera sul viso e sentì odore di gamberi fritti....

(storia nata ascoltando questa canzone di Federica Camba)

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