A Barcellona una mattina d'estate del 1945 il proprietario di un negozio di libri usati conduce il figlio undicenne, Daniel, al Cimitero dei Libri Dimenticati, un luogo segreto dove vengono sottratti all'oblio migliaia di volumi di cui il tempo ha cancellato il ricordo.
E qui Daniel entra in possesso di un libro "maledetto" che cambierà il corso della sua vita, introducendolo in un mondo di misteri e intrighi...
"Ogni libro, ogni volume che vedi possiede un’anima, l’anima di chi l’ha scritto e l’anima di coloro che l’hanno letto, di chi ha vissuto e di chi ha sognato grazie a esso.…
ascoltai i suoni della citta’ addormentata posarsi sui tetti screziati di porpora.
Un giorno sentii dire da un cliente della libreria che poche cose impressionano il lettore quanto il primo libro capace di toccargli davvero il cuore. L’eco di parole che crediamo dimenticate ci accompagna per tutta la vita ed erige nella nostra memoria un palazzo al quale - non importa quanti altri libri leggeremo, quanti mondi scopriremo, quante cose apprenderemo o dimenticheremo – prima o poi faremo ritorno.
Ebbi la sensazione di essere circondato da milioni di pagine abbandonate, da anime e mondi senza padrone che si inabissavano in un oceano tenebroso mentre fuori di li’ il genere umano, tanto piu’ smemorato quanto piu’ convinto di essere saggio, scivolava verso un consapevole oblio.
Qualcuno ha detto che nel momento in cui ti soffermi a pensare se ami o meno una persona, hai gia’ la risposta.!"
ieri,grazie ad una persona,mi è ritornato alla mente questo libro di Carlos Ruiz Zafon,l'ombra del vento che consiglio a tutti gli amanti della letteratura.
se esistesse veramente il cimitero dei libri dimenticati io ci passerei giornate intere,vorrei fare la custode di tutti quei personaggi veri o inventanti che saprebbero darmi uno sguardo in più per ammirare l'orizzonte.
ora vi racconto un sogno,che sia mio o di qualcun'altro non starò qui a sottolinearlo,ma è un sogno che mi ha colpito.
c'era una biblioteca,di quelle impolverate che sanno di muffa e di aria calda...c'era polvere sui libri che hanno scritto la storia del sapere..c'era il nome della rosa...c'era Pirandello che sussurrava il suo fu Mattia Pascal..la coscenza di Zeno che sorvolava sopra il libro Cuore per non ritorvarsi tra le mani Cent'anni di solitudine.
Giorgia ed Andrea se ne stavano sull'uscio dell'entrata,mano nella mano,con le dita intrecciate con naturalezza,senza schemi prestabiliti,senza confezionamenti d'abbelimento.
c'era un giornale,un quotidiano stropicciato,vecchio ed invecchiato dal tempo posato sopra un tavolo di legno scuro...si avvicinano e aprono il giornale in cui c'era sritto
"il rapporto padre-figlio è un'eterna guerra tra ragione ed istinto"
...si guardarono,lei con gli occhi di chi non capisce,lui con occhi sfuggenti...Giorgia si svegliò con l'anima in subbuglio. non ha risposte da dare al sogno,ma sa che i sogni sono simboli da interpretare...
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