impigiamata e unta come una cozza con burro di karitè sono qui ad avvolgermi nella voce calda di Venditti...quando lo si ascolta ci si sente padroni della capitale,ma soprattutto uno si domanda a cosa serve farsi un culo tanto per non avere inflessioni dialettali quando lui ti canta "perchè indimenticaBBBBile..." con tutta non scialans...
Stavo pensando all'EMPATIA,se capire l'interiorità degli altri è poi così difficile come sembra,oppure siamo noi che non abbiamo la voglia di comprendere.
Indossare i panni dell'altro,andare oltre alle parole;oltre a quello che si esprime verbalmente c'è tutto un mondo di cose non dette,di silenzi annunciati,di orgogli prepotenti e di sentimenti sottomessi...
E' vero,bisogna avere la voglia per farlo,è molto più facile vivere nel superficiale che immergersi nel profondo...meno complicanze,meno "tempo perso"
Per avere empatia occorre avere trasparenza,non dare giudizi e non puntare il dito,ma soprattutto bisogna ascoltare.
L'ascolto non ti da la strada giusta da seguire,non da direzione e giudizi,t'infonde solo la voglia di sfogarsi e di percepire nel suono della voce il vero stato d'animo.
L'empatia non è una cosa irreale che ti donano alla nascità,non si nasce empatici,ci si diventa.
Se vuoi esserlo devi prenderti i fattori posotivi e negativi,devi sapere che sentirai il dolore degli altri,che svelerai i segreti di un finto sorriso,che dovrai stare attento a non dare in pasto a chiunque l'intimità di chi ti circonda.
Allo stesso tempo però puoi essere felice di aver capito,di essere arrivato prima dell'irreparabile,di trovare tesori nascosti,di mettere l'altro sullo stesso piano..perchè per te "l'altro" ha lo stesso valore.
Quando non ti senti il re del mondo ed il padrone dell'universo,ma umile servitore del tuo destino..bhè forse una piccola probabilità di essere empatico ce l'avrai...
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