01 novembre 2013

La pazza della porta accanto

"Quelle come me regalano sogni, anche a costo di rimanerne prive.
Quelle come me donano l’anima,
perché un’anima da sola è come una goccia d’acqua nel deserto.
Quelle come me tendono la mano ed aiutano a rialzarsi,
pur correndo il rischio di cadere a loro volta.
Quelle come me guardano avanti,
anche se il cuore rimane sempre qualche passo indietro.
Quelle come me cercano un senso all’esistere e, quando lo trovano,
tentano d’insegnarlo a chi sta solo sopravvivendo.
Quelle come me quando amano, amano per sempre.
e quando smettono d’amare è solo perché
piccoli frammenti di essere giacciono inermi nelle mani della vita.
Quelle come me inseguono un sogno
quello di essere amate per ciò che sono
e non per ciò che si vorrebbe fossero.
Quelle come me girano il mondo alla ricerca di quei valori che, ormai,
sono caduti nel dimenticatoio dell’anima.
Quelle come me vorrebbero cambiare,
ma il farlo comporterebbe nascere di nuovo.
Quelle come me urlano in silenzio,
perché la loro voce non si confonda con le lacrime.
Quelle come me sono quelle cui tu riesci sempre a spezzare il cuore,
perché sai che ti lasceranno andare, senza chiederti nulla.
Quelle come me amano troppo, pur sapendo che, in cambio,
non riceveranno altro che briciole.
Quelle come me si cibano di quel poco e su di esso,
purtroppo, fondano la loro esistenza.
Quelle come me passano inosservate,
ma sono le uniche che ti ameranno davvero.
Quelle come me sono quelle che, nell’autunno della tua vita,
rimpiangerai per tutto ciò che avrebbero potuto darti
e che tu non hai voluto…"

Questa poesia di Alda Merini mi assomiglia..e forse anche lei.
Lei considerata pazza...lei che ha scritto le più belle poesie degli ultimi anni.
Il primo ricovero è avvenuto per caso:un giorno esasperata dalla mancanza di soldi,dal lavoro e come si legge nel suo sito,dalle botte del marito,perde la ragione...viene chiamata l'ambulanza...da li inizia l'inferno.
Gridare per uscire,per riavere libertà,per rivedere le figlie,queste grida vennero prese per pazzia...venne legata,riempita di iniezioni e subì anche l'elettroshock.

"Il manicomio era sempre saturo di fortissimi odori. Molta gente addirittura orinava e defecava per terra. Dappertutto era il finimondo. Gente che si strappava i capelli, gente che si lacerava le vesti o che cantava sconce canzoni.
Noi sole, io e la Z., sedevamo su di una pancaccia bassa, con le mani raccolte in grembo, gli occhi fissi e rassegnati e in cuore una folle paura di diventare come quelle là."

...ed allora,leggendo la sua storia,inizio a pensare,a capire che forse prima di definire pazza una persona bisognerebbe capire cosè  la normalità.
La normalità è non gridare aiuto?
La normalità è vivere imbavagliati?
La normalità è vivere le emozioni con il freno a mano tirato?
La normalità è accettare un destino senza provare a cambiarlo?
...io non lo so cosa sia la normalità,ma so che se la pazzia ha prodotto tali capolavori,bhè io voglio essere pazza.
Voglio credere in una donna che nonostante un tumore ha continuato a fumare le sue sigarette senza filtro perché la libertà gliela avevano già tolta in passato....credere in una donna che con una penna ed un foglio scriveva la storia della letteratura...una donna con il suo pianoforte che tra tasti bianchi e neri si sentiva sicura.
Ed allora viva i pazzi,i folli,chi va contro corrente,chi cammina a testa in giù,chi piange di felicità,chi ride per un dolore,chi non ha paura di vivere,chi non ha paura di morire,chi non ha paura dell'inferno e continua a peccare di passione ed imbarazzo.
Viva chi non conosce l'orgoglio e non si lascia uccidere dai "vorrei,ma non posso"

Ora,vi lascio con questa canzone scoperta per caso...la trovo bellissima e sconvolgente...come dovrebbero essere tutti i rapporti.
Buon novembre a tutti bloggati.




7 commenti:

Anonimo ha detto...

tu mi fai sempre riflettere e scoprire delle canzoni bellissime. Grazie

ilaria ha detto...

grazie,grazie davvero per ogni volta che mi hai fatto compagnia leggendoti,per quando mi hai messo su una canzone senza sapere che l'avrei ascoltata tutta la notte,grazie per questa pazzia che a NOI piace troppo. Oggi più che mai GRAZIE,un anno fa è morta la mia migliore amica e non so se le ho detto tutto quello che pensavo fino in fondo. Bastano dei fiori o una preghiera ora? Non i basta a me,vorrei tornare a 365 giorni fa e gridare tutto il mio bene o tutti i vaffanculo non detti. Grazie e scusa per lo sfogo

mika ha detto...

ilaria,penso che la tua amica sappia tutto.
Lo so che il ricordo non basta,ma lei ti sta vicino e ti ascolta.
Tu sei l'esempio che le cose bisogna dirle e farle senza rimandare mai a domani.
La pazzia ci rende umani e non dei robot ed io voglio vivere fino all'ultimo respiro

antonella ha detto...

hai gli occhi buoni.
Conoscerti ieri è stato un piacere e leggerti ora lo è ancora di più.
Ciao bella pazza

s. ha detto...

anto dillo che ti ha colpito per l'imitazione della maestra di ballo latini americani OLAKA SBYLENKA ahahahahaahha

Simona ha detto...

A noi piaci pazza.
Non tutti lo sanno,ma noi bloggati dei primi post ci conosciamo quasi tutti e ognuno di noi deve dire grazie a questa Donna.
Lei ci ha sempre aiutato: a qualcuno ha scritto la tesi,ha preparato domande per alcuni di noi che dovevano fare degli esami all'università,risponde sempre alle nostre email,è presente,ci aiuta quando dobbiamo scrivere qualcosa o organizzare delle sorprese,ma soprattutto é una di noi. Non se la tira,non si fa pregare,se ci deve mandare a fanculo lo fa,se deve litigare non si tira indietro. Ha un grande difetto:vuole apparire peggiore di quel che é.
La tua pazzia é il più bel mondo che io voglia leggere.

katia ha detto...

confermo tutto quello che ha detto Simo,la bloggata per eccellenza è di una dolcezza sconvolgente e di una forza incredibile che distruggerebbe tutte le paure...come mi ha detto una volta,i mostri non sono nel buio,ma ti guardano in faccia e ti prendono per il culo.