22 ottobre 2010

"quel giorno"

Esiste nella vita di tutti “quel giorno” in cui decidi di guardarti intorno,prendere carta e penna per mettere nero su bianco i pro e i contro di quella decisione che sta in bilico nella tua anima.
E nei pro ritrovi la tua felicità,tutti i sorrisi spenti,gli attimi perduti per eternità incomprensibili,silenzi così pesanti da non poterne più sopportare il peso…ma ci vuole coraggio,coraggio nel cambiare pagina,coraggio nell’affrontare i bisbigli altrui,coraggio nel dire BASTA…
Cerchi di non voltarti indietro perché quel che perdi è un pezzo della tua esistenza,che bella o brutta ha fatto parte di te e la conosci a menadito … ora hai un futuro pieno di buoni propositi e poche certezze.
Chi mi conosce sa che dietro sorrisi di circostanza e battute fulminee si nascondono lacrime regalate al vento o a telefonate notturne di voci che sanno placare la mia tristezza.
“era giusto per te” mi ripete quella voce sottile che si nasconde nello stomaco,perche le decisioni prese di pancia sono le più vere e lotterò sempre contro chi cerca di farsi alleati per non apparire perdente,chi racconta la propria prospettiva per non dover mai trovare giustificazioni … ma io non ho bisogno di salotti dove raccontarmi o di sigarette che si trasformano in kalumè della pace anche con il peggior nemico.
… io rimarrò sempre nell’angolo a vedere cosa succede,a capire quanta fatica fanno per imbastire matasse di pettegolezzi e finte amicizie;come mi dice sempre una persona a me cara “ma per te,loro vivono meglio di noi?”
No,perché vivere nella falsità richiede troppo lavoro,troppi cervellamenti … io voglio essere esy,lasciate che le persone abbiano il loro momento di solitudine,placate il vostro istinto di distruggere le felicità altrui,calmate il vostro mettervi sempre in prima fila nei briefing intitolati “i cazzi degli altri sono sempre più interessanti dei nostri” … rilassate le vostre lingue a sonagli.
E’ tempo che raccolga le mie cose,che faccia le mie valigie,farò i conti con me stessa,con le mie capacità,con il mio sapere … regalerò silenzio a chi cerca verità che neanche io conosco,a chi vuole domande che su di me sono rimaste in sospensione … ho un futuro fatto di punti di sospensione,ma una certezza ce l’ho e me la terrò cara:ovunque io andrò,qualsiasi sia il mio progetto,se vivrò in bilico sul bordo di un burrone o a quattrodispade su un letto di piume saprò sempre di non essere sola.
Il mio non essere sola non significa avere centinaia di persona dalla mia parte(ho la capacità di lottare anche da sola per i miei ideali),non significa circondarmi di compagnie fittizie … la mia non solitudine ha dei nomi,nomi marchiati a fuoco nel mio cuore che né il tempo né lo spazio potranno mai cancellare.
Non ho rimpianti,ripercorrerei a piè pari questi anni,ho camminato con il cuore in tasca e lottato battaglie che forse non erano mie,ma quando guardi il mondo con gli occhi degli altri tutto è sincero.
Ho capito che non si deve dar nulla per scontato,che il domani non è il prodotto del nostri ieri,che il bianco è solo un’illusione ottica … qualsiasi cosa,persona o pensiero ha la sua ombra.
… voglio ritrovare i colori che si sono sfumati con il passar del tempo,non voglio essere una fotografia sbiadita,voglio contorni regolari,luci che sconfiggono anche gli angoli più bui dell’anima,voglio muri in cui non sbattere la testa dalla disperazione ma su cui appendere quadri e fantasia,voglio che mi guardi per non carpire segreti,ma per distruggere le distanze,una canzone da cantare a squarcia gola perdere poi la voce senza aver paura che nessuno mi capisca,voglio un tiramisù e leccare il cucchiaio con cui mia madre ha preparato la crema al mascarpone..rivoglio la pace che mi hai rubato in sacchetti di urla soffocate.
Ho nostalgia dei Natali con i parenti seduti davanti allo stesso tavolo,mio zio che indossava la sua maglia rossa con il colletto a V che conteneva una pancia di “serpi e cavallucci”,le rughe di mia nonna che raccontavano tutta la sua storia e le notti con lei e mio cugino a dormire sullo stesso lettone…ci si scaldava con stufe a legna e le giornate profumavano d’inverno e neve. Mia nonna si sbagliava sempre il nostro nome…cosa darei per risentire la sua voce..anche se mi chiamasse con il nome di un altro cugino…
Mangiare la pizza nell’unica pizzeria del paese che ti lasciava le mani colme d’olio alla faccia di tutte le cucine macrobiotiche che vanno ora di moda e bastava un soffio di vento a mandar via la luce…ma il Natale era anche una candela accesa.
Nessuno ti regala un giorno in più…quindi vivi ogni ora come se fosse un attimo da trasformare in ricordo,vivi l’OGGI non pensando al DOMANI,non maledire la pioggia o i cieli plumbei…senza di loro il sole non avrebbe il suo perché.
Ho aspettato circa un mese per pubbliciare questo post,ma poi mi son detta...nessun chiacchiericcio fermerà il mio inchiostro.

1 commento:

Lise ha detto...

questo è un post fantastico! grazie! Io pratico il mio italiano leggere il tuo blog.