Sei lo zucchero nel mare

                                          4.

Aveva tra le mani l'ennesimo caffè macchiato delle macchinette,girava con la paletta di plastica per far sciogliere lo zucchero o solo per fissare qualcosa senza mostrare agli altri il vuoto dei suoi occhi...occhi che alla prossima parola sarebbero crollati e si sarebbero frantumati in mille lacrime.

Non si era svegliata al 3...continuava a giocare a nascondino non capendo che lei voleva essere trovata.

Incazzata con gli orari di visita. Era normale mettere degli orari nella malattia? Come se la morte o la vita aspettassero quel lasso di tempo per arrivare,come se il tempo fosse così generoso da restituirti quel che ti ha tolto.

-"buongiorno..." sentì una voce tremante ed imbarazzante rivolgersi a lei

-"dica"

-"io stavo con Viola il giorno dell'incidente..ehm...o meglio era lei che era venuta da me"

Non sapeva cosa fare,fissava quell'uomo senza saper che dire,le parole venivano ingoiate dai pensieri e lo fissava...lo fissava così intensamente che perse gli occhi in quella barba incolta che odorava di tabacco e mentolo.

Lui capì che doveva interrompere quel silenzio prima che lo fagocitasse...

-"Viola mi aveva cercato su internet,mi ha telefonato circa una settimana fa e ieri era venuta a ritirare il lavoro. L'incidente è avvenuto prima che arrivasse da me,ho sentito il suono dell'ambulanza e alcune persone del quartiere mi hanno raccontato che una ragazza si era fatta molto male...non vedendola arrivare l'ho chiamata e al telefono hanno risposto gli infermieri"

Si stava facendo mille domande,chi era quell'uomo?perché non era a conoscenza di quel lavoro?perché invece di starsene a casa si trovava in quella zona fuori dalla loro casa?perché...perché...

-"questo è il lavoro..." gli pose tra le mani una scatolina nera e prima di andarsene le disse " Viola,mi ha parlato di lei,mi ha spiegato perché voleva regalarle tutto questo,mi ha detto che lei le ha insegnato a sognare,che si può vivere in castelli di sabbia,volare con aerei di carta,scrivere sull'acqua,navigare su navi di cartone e che con lei si sente così libera che non ha paura di legarsi"

Se ne andò,in quel silenzio così pesante da poterlo tagliare come una torta e quella scatolina nera ora stava nelle mani giuste.

L'aprì con fatica,in apnea...e poi pianse,singhiozzando in quella sala d'attesa che puzzava di ansia e freddo...Viola stava ad un passo dalla morte per quel pezzo di amore rinchiuso in una scatola.

Viola combatteva contro la morte per  un anello di oro bianco a forma di infinito con su scritto "...con te per sempre"

Pianse...continuò a piangere per ore,accasciata sotto la finestra,infiló l'anello all'anulare e ripensò alla frase dell'uomo barbuto "così libera che non ha paura di legarsi"...

-"fanculo fanculo...amore mio...sei bella anche nelle tue follie...con me per sempre...vedi di mantenere la promessa cazzo"

...

-"signora signora corra...la vuole il dottor Guglielmi"

...si asciugó le lacrime e seguì l'infermiera.

-" Salve,scusi ho poco tempo che devo fare ancora il giro della visita,basta che mi dica a chi devo rivolgermi per far leggere questi fogli,basterebbe solo una firmetta..."
...con gli occhi ancora annebbiati dalle lacrime lesse quella scritta in neretto DONAZIONE CORNEE..
-"Sà,almeno ci portiamo il lavoro avanti...capitasse di notte.."
Prese la penna da sopra quella bella scrivania di legno,fece uscire la punta con un semplice click e scrisse sopra quei fogli V A F F A N C U L O,richiuse con un click e se ne andò sbattendo la porta.
Mentre se ne andava,dentro di se si ripeteva "mantieni la promessa Viola...mantieni la promessa"