14 settembre 2013

Schiuma

Questa storia nasce così,da una tristezza,da una riflessione ad occhi aperti...da mille pugni in cerca di un Dio a cui sferrarli.
Il mio lavoro è un lavoro poco riconosciuto,ma con mille responsabilità sia fisiche che psicologiche...io non sono la solita infermiera che si lamenta dello stipendio o per i turni di lavoro,anzi penso di essere fortunata ed é per questo che mi rode il culo quando sento ragazzi che fanno il test di infermieristica soltanto perché "è un lavoro sicuro".
A parte che oggi ci sono tantissimi infermieri disoccupati,certo puoi arrangiarti con qualche iniezione e qualche flebo a domicilio ( le vecchiette bisognose ci sono sempre),ma quando stai a contatto con la sofferenza il lavoro sicuro non serve ad un cazzo.
Non ti insegnano a convivere con la morte,non ti insegnano a superare il fatto che non sei riuscita a salvare una vita...respira respira...non ti insegnano a sopportare lo sguardo inumidito dei parenti...
44 anni,durante le sue vacanze di giugno ha un piccolo dolore ad un fianco,nulla di che...raggi di controllo...metastasi su tutto il corpo,anche nel cuore e alla testa.
Ora se ne sta li,in quella stanza così grande per un corpo così piccolo...
In due mesi dici addio al Mondo,alla famiglia,ai sogni...e allora mi è venuta una gran rabbia e fanculo tutto.
Io rimango me stessa,senza precludermi nulla,senza lasciare al caso il mio destino,senza rimandare mai nulla a domani...le paure le lascio agli altri,IO VIVO.
Io rimango con i miei pensieri pazzi,faccio quello che l'istinto mi dice di fare...non mi adeguo a nessuno.
Perché se domani una cartella medica decidesse la mia fine,bhè io saprei di aver vissuto fino in fondo.
Senza lasciare dubbi a nessuno:se mi stai sul cazzo o ti amo stai pur sicuro che lo sapresti.

Questa è una storia difficile,di un amore che esiste anche se tantissime volte facciamo finta di non vederlo...io gli do luce.

Ci siamo sposati il 23 ottobre del 2009...oddio per la chiesa siamo due perfetti estranei,sai non so se vale sposarsi con un cappuccino.
Erano le 7.30 di mattina,avevi ancora gli occhi appiccicati e un sorriso stropicciato. Ce ne siamo andati come sempre al bar davanti all'università...abbiamo ordinato il tuo cappuccino,il mio caffè macchiato e preso due paste.
Mentre addentavi il cornetto ti arriva la tazza,neanche la guardi,prendi subito la bustina di zucchero di canna e quando stai li li per versarla leggi la scritta sulla schiuma "vuoi sposarmi?"
...silenzio...un silenzio quasi eterno..."ehm...amó la proposta è mia,non del barista. Non ti illudere"
" scema..." avevi la voce tremante,gli occhi pieni di lacrime e mi hai abbracciato così forte che ho sentito le tue dita fin dentro l'anima.
Ce ne siamo andate,abbiamo preso la macchina e ci siamo ritrovate al mare..per il resto del mondo avevamo l'influenza.
...e a pensarci sei un po come l'influenza:destabilizzi,mi entri fino le ossa e accanto a te il mio corpo sente calore...
Io mi ricordo i 31536000 secondi di ogni anno passato insieme,conosco ogni centimetro della tua pelle,i sorrisi che ti inventi ogni qual volta ti devi far perdonare,le lacrime con cui bagni la mia spalla quando pensi al passato,l'odore del tuo maglione nero...mi ricordo la pentola bruciata e il sugo con il retrogusto di carbonella,quella volta che ci hanno staccato la luce perché avevi dimenticato di pagare la bolletta,lo schiaffo che mi hai tirato quando quella sera sono rientrata alle tre di notte senza avvertirti...in quello schiaffo ho sentito tutto il tuo amore.
Ricordo.
Ora te ne stai qui,in questa stanza che sa di medicine e disinfettanti,vorrei sollevarti,coprirti con un plaid e portarti via. 
Non puoi morire qui.
...ma per la tua famiglia io non conto nulla.
Davanti alla legge e a questi camici bianchi quel cappuccino non ha nessun valore.
Ora devo mettermi d'accordo con le infermiere per vederti,mi chiamano quando la tua famiglia si allontana...ho i minuti contati per amarti...
Finiró come Shakespeare 
"Quando non sarai più parte di me
ritaglierò dal tuo ricordo tante piccole stelline,allora il cielo sarà così bello che tutto il mondo si innamorerà della notte."
...mi metterò in un angolo della casa a pensarti,puzzerò di malinconia e di silenzio..non potrò scrivere io il tuo epitaffio,altre parole ed altre persone parleranno di te...eppure in questi anni sei stata nelle mie poesie più belle.
Riposati amore mio,non pensare a nulla...a tutto il resto ci penserò io e scusa per questo sfogo senza senso,ma lo sai,mi piace lamentarmi.


Ora venite tutti qua...shhhh non fate rumore...potrebbero sentirci...ma lei la prese veramente in braccio,una notte di uno spicchio di Luna...e se la portó a bere il loro ultimo cappuccino.


3 commenti:

Anonimo ha detto...

non ho parole... <3

denise ha detto...

a volte entro nel blog soltanto per trovare delle botte di emozioni che il mondo esterno non riesce a darmi

Alessandra ha detto...

Quando ho iniziato a lavorare in oncologia avevo paura perché i pazienti all'inizio si arrabbiano di brutto quando non riesci a prendere una vena, perché aggiungi sofferenza e ricordo che andavo a casa distrutta moralmente..Li vedi un po così con lo sguardo assente tipico della gente che sa di non avere un futuro e ti chiedi: ma che cazzo posso fare io per loro?
Poi però stando a contatto con loro e la loro sofferenza sembrerà strano ma ti danno loro stessi la forza, perché quando ti sorridono è come se avessi raggiunto un piccolo traguardo e capisci che è questo il miglior riconoscimento che puoi avere da questo lavoro.
Hai scritto bene tu se i test vengono fatti solo per avere un lavoro sicuro forse meglio non farli..ma io vorrei evidenziare anche un altra cosa con te: non si danno false speranze a questa gente solo per fare soldi..per far arricchire le case farmaceutiche o non so cosa..i chemioterapici in alcuni casi non servono a nulla..sono delle bombe per il fisico...una volta mi è caduta una goccia di uno di questi farmaci su un dito e mi si è bruciata subito la pelle.
Non si fa pagare 200 euro di visita, non si fa!! Io a volte vedo cose per cui mi vergogno.
Non so se tu decidi di pubblicare questo commento, ma io mi chiedo a scuola ti insegnano a non affezionarti ai pazienti,ad essere distaccata, ma come cazzo si fa?