E mentre leggevo delle poesie di Julio Cortazar ho iniziato a piangere...di quei pianti incontrollabili,come un muro che cade nel culmine della festa del paese,lacrime singhiozzanti e soffocate nel silenzio.
Mani sul volto nonostante nella stanza ci fossi solo io...ma forse non volevo far vedere neanche a me stessa la mia fragilità.
...e mi sono vista accartocciata tra dolore e mancanza...ho visto il vuoto di una valigia mai disfatta,che se ne è stata a terra tra terrore e speranza...ho risentito il bruciore negli occhi...il dolore nelle gambe per i kilometri mangiati con rabbia...giorni in cui ho capito che il cuore non sta in petto.
Nonostante le lezioni di anatomia,ho capito che il cuore sta il gola,nello stomaco,nella mente,nelle ginocchia,nel fiato...
Quando il cuore viaggia nel tuo corpo senti di non poter fare un passo in avanti,ma capirai con il tempo che,chi è in grado di sopportare tanto dolore è in grado di dare tanto amore.
La vita è un susseguirsi di contrappassi.
Prima di risollevarti c'è un attimo di vita in cui cambi sguardo,guardi il mondo con il sopracciglio alzato,senza parole,senza inchiostro,dimentichi il tempo,gli altri e soprattutto te stesso.
Dimentichi che è ora di mangiare,di bere,di dormire,di sorridere,di respirare.
C'è chi dice che è troppo...
C'è chi dice che non ne vale la pena...
C'è chi dice che passerà .
Annuisci a tutto,trovi inutile spiegare ...perché nessuno capirebbe.
Poi arriva il giorno in cui leggi una poesia,che forse non c'entra un cazzo con quei giorni e nelle lacrime capisci che non potrai mai dire in vita tua di "non aver mai provato".
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