Oggi il compleanno
del Liga,53 anni portati di gran botta.
Ligabue non è solo un cantante,è un regista,un
cantautore,scrittore e sceneggiatore...e sottolineo sceneggiatore perchè ultimamente
in giro si vedono dei film orribili,fatti di parole e dialoghi che non lasciano
traccia.
Lui è stato in grado,con poche parole di segnare il
territorio,basti pensare a Radio Freccia e al monologo per eccellenza
“Credo nelle rovesciate di Bonimba, e nei riff di Keith
Richards.
Credo al doppio suono di campanello del padrone di casa, che
vuole l'affitto ogni primo del mese.
Credo che ognuno di noi si meriterebbe un padre e una madre
che siano decenti con lui almeno finché non si sta in piedi.
Credo che un'Inter come quella di Corso, Mazzola e Suarez
non ci sarà mai più, ma non è detto che non ce ne saranno altre belle in
maniera diversa.
Credo che non sia tutto qui, però prima di credere in
qualcos'altro bisogna fare i conti con quello che c'è qua, e allora mi sa che crederò
prima o poi in qualche Dio. “
Parole che hanno segnato una generazione.
Le canzone di Luciano sono state le prime strimpellate alla
chitarra,quelle cantate a gran voce nelle occupazioni tra chitarra e slogan
antisommossa,quelle che ti facevano riflettere e rispondevano alle mille
domande che in anni passati ti ponevi perché della vita non ci capivi un cazzo.
Luciano parla dell’amore senza menzionare il cuore,parla
delle donne con importanza forza,urla al
cielo nei concerti gremiti di gente anche sotto piogge torrenziali e afferma
che se per ogni sbaglio avesse mille lire vivrebbe una vecchiaia da ricco.
C’è CHI LO ODIA E CHI LO AMA,io lo ascolto ad occhi
chiusi.
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